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E’ uno spazio dedicato all’agricoltura domestica, alla creazione di un piccolo orto, che i Comuni, soprattutto in città, mette a disposizione della comunità.
Gli orti urbani sono pensati soprattutto per coloro che abitano in appartamento e non dispongono di uno spazio adeguato per potersi dedicare al giardinaggio e alla coltivazione di verdura e frutta.

Generalmente per richiedere il proprio orto urbano bisogna entrare nelle liste di attesa. Vari requisiti stabiliti dal Comune di residenza, determinano una graduatoria che porta all’assegnazione degli spazi. Uno dei requisiti più indicato è l’assenza di conviventi che già ne gestiscono uno: per evitare di assegnare spazi allo stesso nucleo familiare. Di solito l’assegnazione degli orti urbani avviene per alcuni anni consecutivi e successivamente si deve lasciare lo spazio oppure partecipare di nuovo alla selezione.

Alcuni orti urbani vengono concessi gratuitamente, per altri occorre versare una piccola quota annuale: una cifra quasi simbolica che serve per pagare le spese di gestione dell’area a fronte dell’acquisizione dei prodotti dell’orto da parte dei cittadini.
A volte gli orti vengono coltivati in forma collettiva, come giardino comunitario; le persone anziane che hanno giardini di proprietà, ma non sono più in grado di occuparsene, vengono messe in contatto con cittadini che se ne possono occupare direttamente. I prodotti dell’orto vengono quindi divisi equamente, tra il proprietario dello spazio e chi se ne occupa.

Le finalità di un progetto del genere sono davvero tante, dall’educazione ambientale a quella dell’autoproduzione, all’educazione alimentare fino alla salvaguardia della biodiversità agricola.