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È un dato ormai certo che l’agricoltura urbana porta con sé vari benefici – anche dal punto di vista sociale, dato che implica un uso attivo del territorio urbano da parte della popolazione. La presenza di questi orti in un quartiere può far accresce l’interazione tra le persone e il senso di appartenenza al territorio, che si riflette in una maggiore attenzione al contesto urbano allargato.
La presenza degli orti quindi significa spesso maggiore coesione sociale, aumento di vigilanza del territorio e incentivo per gli abitanti a vivere più tempo negli spazi pubblici.

Tali benefici si traducono anche a livello informatico; la rete non è solo urbana ma anche “social”.
Tra i vantaggi:

  • Abbattere i costi di gestione: non dovremo comprare tutti un motozappa a testa, basterà comprarne uno e stoccarlo in un punto di prelievo condiviso. Se ti serve qualcosa vai la e la prendi, magari ci si organizza con strumenti informatici.
  • Più forza con un sito ad hoc, con tutti gli orti mappati e varie pagine dei social, per coordinare tutti.
  • Lavoro condiviso: serve aiuto al contadino? I neocontadini della “rete”, grazie alla facilità di condivisione, potranno dare una mano, prima o poi il favore sarà ricambiato.
  • Mercato condiviso: ci sono realtà piuttosto grosse che richiedono quantitativi di frutta e verdura troppo grossi per una piccola realtà. Insieme invece è possibile e, col tempo, si potrebbero stringere eventuali accordi con catene di distribuzione che riconoscano il valore aggiunto dell’agricoltura naturale.
  • Molta varietà. Se in una zona sono più facili alcune colture, la produzione in esubero andrà nel “punto stoccaggio esuberi”. Il surplus potrà essere venduto con una licenza da venditore ambulante e gli introiti verrebbero condivisi.